STORIA E MISSION DI A.I.M.A. – CREMONA

A.I.M.A.- CREMONA (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer) è una ODV presente nel nostro territorio dal 1988 e si occupa della cura e del sostegno delle persone malate di Alzheimer e alle loro famiglie.

L’Associazione lavora, quotidianamente, per arrivare alla costruzione di una mentalità nuova in grado di ridare dignità alla persona affetta da demenza, ricollocandola al centro del processo di cura, garantendogli la permanenza il più a lungo possibile nella sua abitazione, tra i suoi affetti, assistita da caregiver (cioè le persone che se ne prendono cura) formati e informati ma, prima di tutto, non lasciati soli.

Le attività promosse da A.I.M.A.- CREMONA sono molteplici e l’obbiettivo principale della nostra mission, riguarda principalmente: la promozione del diritto alla salute, alla qualità della vita e alla tutela giuridica dei malati di Alzheimer e dei loro familiari.  Tradotto nella pratica, tutto questo si esplica nell’organizzazione di corsi, convegni, seminari, momenti formativi (anche a piccoli gruppi) con Specialisti della malattia oltre che ad interventi diretti a supporto della persona ammalata e della sua famiglia.

Abbiamo attiva una linea di ascolto telefonico (0372 – 456773) dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 13 e un servizio di supporto psicologico dedicato ai caregiver.  La caratteristica della nostra associazione è l’elevata qualità dei servizi erogati, anche se non va certo di pari passo con i costi degli stessi, estremamente rilevanti. Per questo motivo, oltre ad autofinanziarci, organizziamo anche  momenti di fund raising e campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza.

A.I.M.A.- CREMONA chiede infatti ai propri utenti, la sottoscrizione obbligatoria della tessera associativa annuale di 30,00 euro.

Fiore all’occhiello della nostra associazione è rappresentato dal Centro “Alzheimer Caffè”, fondato dalla storica e compianta, Presidente Loriana Poli nel gennaio 2006, unico in tutta Italia ad essere stato aperto, fino al 2019, in modo continuativo per quattro pomeriggi alla settimana dalle ore 14,45 alle 17,45 con servizio di trasporto con pulmini attrezzati.

L’ Alzheimer Caffè di Cremona, nato sulla base di esperienze nel nord Europa, era stato anche scelto con altri 6 da “Unicredit Foundation”,  come modello operativo in tutta Italia  per ridurre l’incidenza dei disturbi comportamentali nelle persone malate di demenza.

L’Alzheimer Caffè di Cremona era stato concepito come un luogo fisico di condivisione e di incontro per malati e familiari con lo scopo di contrastare l’isolamento sociale, i giudizi svalutativi e l’assenza di aspettative che questa malattia ancora oggi, purtroppo, inesorabilmente comporta.

In questo spazio gli ospiti/malati  svolgevano attività mirate tenute da operatori specializzati e finalizzate al potenziamento delle loro capacità residue (ginnastica, riabilitazione cognitiva,  musicoterapia,  danzamovimentoterapia, arte – terapia, Yoga con campane tibetane, attività ludiche e animazione  con ballo)  alfine di riscoprire il benessere derivante dallo stare insieme e dal sentirsi parte viva di un gruppo. Qui, i familiari potevano confrontarsi, informarsi, colloquiare con esperti della malattia, condividendo le proprie esperienze.  

All’Alzheimer Caffè abbiamo sempre lavorato in équipe, programmando con cura tutte le attività, utilizzando protocolli e linee guida alle quali attenersi per non improvvisare. La condivisione di tutte le informazioni e degli obbiettivi da raggiungere è fondamentale! …. conoscere la malattia è il primo passo per poterla affrontare in modo corretto, comprendere il perché di certi comportamenti, apparentemente inspiegabili, è l’unica strada per imparare a gestirli. Sapere che esistono, innanzitutto, ragioni biologiche alla base delle problematiche comportamentali è determinante per capire che le persone affette da demenza non lo fanno apposta e non lo fanno per farci dispetto.

Porsi verso la persona ammalata con un atteggiamento positivo è il primo passo che ci ha permesso il riconoscimento del valore della stessa. Facendo nostro questo concetto, è inevitabile bandire all’interno della relazione con l’altro, parole come : delegittimazione, infantilismo, intimidazione, stigmatizzazione, accusa, disprezzo, derisione, rifiuto, esclusione, noncuranza …. e introdurre invece, termini quali: negoziazione, collaborazione, riconoscimento, valorizzazione, facilitazione, lasciando libero l’individuo di diventare ciò che è capace di diventare, stimolando le proprie migliori potenzialità. Se vogliamo praticare con la persona malata una relazione di cura efficace dobbiamo, innanzitutto, dargli voce. Per ascoltare la sua voce dobbiamo accoglierlo per come è, per come si manifesta, per quel tanto che si manifesta. Non si può assolutamente pensare di curarlo semplicemente neutralizzando ciò che dice di falso o che fa di sbagliato. Non si può nemmeno pensare di riuscire a curarlo bene da soli….

A.I.M.A.- CREMONA da sempre sta portando avanti questa battaglia!!

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